L’attaccamento biblico alla figura della csd “sciarpetta del glande” risale alle origini, alla Genesi (17, 11-14): «Vi lascerete circoncidere la carne del vostro membro e ciò sarà il segno dell’alleanza tra me e voi» dètta il creatore nella sacra scrittura e, per farsi intendere meglio, pacatamente aggiunge «Il maschio non circonciso sia eliminato dal suo popolo».

Altro interessante momento prepuziale nelle pagine bibliche appare per mano di Samuele (1, 18, 25-27) quando descrive la dote del capostipite Davide e il suo leziosetto eccesso di zelo: «Allora Saul disse: “Riferite a Davide: Il re non pretende il prezzo nuziale, ma solo cento prepuzi di Filistei, perché sia fatta vendetta dei nemici del re”. ... Non erano ancora passati i giorni fissati, quando Davide si alzò, partì con i suoi uomini e uccise tra i Filistei duecento uomini. Davide riportò i loro prepuzi e li contò davanti al re per diventarne genero». Che bella scena...

Questa sacra passione biblica, mai sopita, per la postectomia totale e relativa scoria, sopravvive e resta in auge nel reliquiario cristiano quindi cattolico. Ecco così venerata dai non più circoncisi la pellacchia penica, tanto simbolo di ebraicità, recisa alla nerchietta di otto giorni del noto salvatore. Ben più di una basilica e comunità cristiana si sono contese nel tempo l’originalità storica del proprio anellino dermico escisso al risorto.

Come tutte le reliquie – un resto umano non sarebbe altro che una frattaglia in assenza di questo – i sacri prepuzi hanno ovviamente prodotto i loro miracoli. Passati per le mani di angeli, carli magni, papi, monaci, suore, operai, lanzichenecchi, imperatrici, scomparsi, riapparsi e finanche rubati, i santi prepuzi non hanno potuto non manifestare (talvolta lacrimando sangue) i propri talenti miracolosi.

Da cui.